Sono stati intensi i tre giorni, dal 15 al 18 novembre u.s., in cui le spoglie del Santo Vincenzo Romano, di recente canonizzato da Papa Francesco, hanno fatto visita alla nostra Comunità parrocchiale di S. Maria di Costantinopoli a Cappella Cangiani, per volere del nostro parroco Mons. Raffaele Ponte, dalla chiesa di Santacroce in Torre del Greco, dove il Santo è stato parroco fino alla sua morte sopraggiunta all’età di 80 anni e che Egli volle far ricostruire dopo che il terremoto l’aveva completamente distrutta ad eccezione del campanile rimasto indenne. Le spoglie di San Vincenzo Romano, primo parroco italiano ad assurgere agli onori dell’altare, hanno regalato alla nostra Comunità parrocchiale emozioni molto forti anche grazie al ricchissimo programma realizzato dal nostro parroco Don Raffaele coadiuvato da padre Mimmo, da padre Gerardo, da padre Bartolomeo e unitamente a padre Giosuè, parroco della chiesa di Santacroce in Torre del Greco. Programma costituito, tra i tanti eventi, carissimo san Vincenzo Romano, dall’Accoglienza delle Tue reliquie nella nostra Parrocchia, dalla S. Messa degli Ammalati, dalla Giornata di Preghiera per le Vocazioni al Sacerdozio, alla Vita Consacrata e alla Famiglia, dalla S. Messa con il Presbiterio Decanale, dall’Esposizione del S.S. Sacramento e poi dalla partenza delle Tue spoglie dalla nostra Parrocchia e dall’arrivo alla cappella dell’ Istituto Tumori di Napoli, che ci hanno fatto vivere momenti di intensa spiritualità e gaudio di cuore. Eri lì in quella teca, in attesa di un nostro bacio e parevi chiamarci con la dolcezza di un nostro nonno che tutto perdona e tutto ci consente. Noi non dimenticheremo la Tua visita e ti promettiamo che saremo noi che verremo a trovarTi come una persona cara che vuole ancora salutarTi. Ci siamo stupiti in tanti del fatto che numerosissimi ci siamo ritrovati in un primo pomeriggio di una gelida domenica di novembre a congedarci da Te. In chiesa c’era un silenzio che parlava ai cuori e ognuno mirava quella magica teca: si aveva voglia di ritornare ad accarezzarla per più di una volta ricordandoci la magica Grotta di Lourdes dove si ripassa più volte per un irrefrenabile, mistico richiamo. Poi tutti Ti abbiamo accompagnato alla Cappella del Pascale, perché Tu rivolgessi il Tuo sguardo d’amore sui fratelli sofferenti di patologia neoplastica, visto che Ti sono stati sempre cari e che almeno tre sono guariti per Tua intercessione, come ci ha ricordato padre Giosuè, di Te innamorato, e che ci ha promesso una Tua reliquia per la devozione di questi ammalati e perché Tu recassi loro la speranza come l’hai donata ai nostri cuori. Sì ci hai inondati di speranza, hai ispirato calma interiore che come balsamo è scesa nei nostri animi mentre Ti contemplavamo e mentre il Tuo viso stillava gocce d’amore infinito per noi tutti riuniti. Insomma ti abbiamo accolto ed “ avvertito” come una persona cara! E a lungo rimarra’ nelle nostre menti il ritornello di quella dolcissima canzone per Te composta con le parole che Tu stesso pronunciasti quando Tuo malgrado accettasti la carica di Parroco: “Niente io posso, niente io so, niente io sono. Sulla Tua parola io camminerò e come Pietro mi lancio e mi immergo in questo mare”. Grazie ancora di aver fatto visita alla nostra Comunità e buon viaggio, presso altre che visiterai, a Te che in vita mai lasciasti Torre del Greco perchè “… un pastore non può lasciare il suo Gregge”- solevi dire. Ma oggi che vivi nella dimensione di Santità è necessario che vai pellegrino a rinvigorire le preghiere dei fedeli perché nascano tanti santi fra i nostri sacerdoti e perché Tu possa essere foriero di un messaggio di speranza in questo mondo odierno afflitto da tanti mali.
Immacolata Capasso
20/10/18