III Domenica di Pasqua P. Bartolomeo Kups
18 aprile 2021 Tira fuori quello che puzza…
Meditando questa scena cercavo di esservi partecipe: i discepoli di Gesù a tavola, si riscaldano vicino alle lampade ad olio, la luce illumina i loro volti tristi, sono ancora sconvolti dopo la scomparsa di Gesù Cristo; tuttavia, stanno insieme e condividono le esperienze dei giorni passati. Essi già sapevano che tutto doveva essere spiegato dalla Parola di Dio e mentre stavano insieme, meditando la Parola, Gesù stette in mezzo a loro.
Vedete, cari fratelli e sorelle, noi ci raduniamo regolarmente qui in chiesa per poter sperimentare quella presenza di Dio, tramite la comunità. C’è un brano biblico famoso che ci dice: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20), la presenza è importante ma deve esserci anche un posto per la Parola.
Quello che attira la mia attenzione è il fatto che Gesù ha voluto da loro un pesce arrostito, rispondendo alla sua richiesta i discepoli hanno ricevuto la sapienza, la comprensione di tutto quello che è accaduto, Gesù desiderava quello che è stato pescato dal fondo del mare.
Oggi siamo invitati a pescare quello che si trova nel fondo del nostro cuore, magari ci fa male., magari ci fa ricordare delle situazioni brutte, dolorose della vita passata o presente; comunque, devi pescare e tirare fuori quello che si trova nelle parti nascoste del tuo cuore, soltanto così tutto questo potrà essere illuminato dalla grazia, dalla luce di Gesù Cristo. Ecco perché vi dico spesso che la nostra vita deve essere letta dalla Parola di Dio, perché là si trovano le indicazioni concrete, là si trovano le risposte alle domande che facciamo noi. Non essendo illuminati dalla Parola rischiamo di fare lo stesso errore, come i membri del Popolo scelto, come abbiamo sentito nella prima lettura di oggi: hanno assassinato il Figlio di Dio, presi dall’ignoranza. Uno dei peccati più gravi è quello dell’ignoranza, Gesù è stato ucciso perché i capi dei sacerdoti hanno ignorato la Parola, le profezie che annunciavano il Messia. Leggete la Parola, meditatela, soltanto così capirete meglio la vostra vita e tutto quello che sta accadendo su di voi, ignorandola, uccidiamo la nostra vita interiore…
Mi consola il fatto che i discepoli di Gesù gli hanno dato da mangiare il pesce, pescato dalle profondità del mare, il mare, nella tradizione biblica, rappresenta sempre le realtà scure, tenebrose. Così può essere il nostro cuore. Il pesce diventa il simbolo di tutto quello che ci fa stare male, ci rende infelice, ci fa paura, ci allontana da Dio e dagli altri. Gesù Risorto desidera di mangiare quelle realtà difficili e come ha vinto la morte, il peccato e Satana, può portare la luce in quell’ambiente oscuro della tua vita. In questo giorno solenne della vittoria di Gesù Cristo, ti invito a prendere la canna da pesca e tirare dalle profondità del tuo cuore quel pesce che deve essere mangiato dall’amore e dalla misericordia di Dio.
Ci aiuti la Parola stessa: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paraclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”( 1 Gv 2, 1 – 2).