DOMENICA DI PENTECOSTE P. Bartolomeo Kupś 23 maggio 2021
O IGNIS DIVINE, PURGET NOS (Oh Fuoco divino, purificaci)
Di frequente con la mia mente torno agli anni scolastici e ai numerosi viaggi, quando ho avuto la possibilità di esplorare diversi angoli del nostro paese, visitando luoghi meravigliosi, spesso molto lontani dal mio luogo di residenza, migliaia di chilometri percorsi, viaggi in treno a lungo termine., innumerevoli persone incontrate. Ricordo ancora molti volti e tante esperienze che sono state registrate nella mia memoria e nel mio cuore, lasciando un segno indelebile, ricordo anche le serate fredde in cui io e i miei amici ci sedevamo accanto al falò, cantando e cuocendo patate e talvolta in silenzio, fissando la legna ardente, non dimenticherò quei momenti in cui ramoscelli o pezzi di legno ancora umidi venivano messi nel fuoco, il crepitio del falò e il silenzio intorno a noi, il fuoco ha una potenza straordinaria…
PENTECOSTE DI MARIA E DEGLI APOSTOLI
La liturgia dell’odierna celebrazione ci permette di partecipare a un evento straordinario: Lo Spirito Santo scende sotto forma di lingue infuocate su Maria e sugli apostoli riuniti nel cenacolo e probabilmente su altre donne (cfr Atti 2,1-3). Da quel momento in poi, la vita di queste persone cambia completamente, da persone deboli e spaventate diventano coraggiosi predicatori di Gesù Risorto, lo Spirito Santo non solo è sceso su di loro, ma li ha anche dotati di doni e carismi concreti (vedi 1 Cor 12,4-7). Inizia una nuova fase della vita dei discepoli di Gesù e della Chiesa nascente, professano coraggiosamente la loro fede proclamando che Gesù è il Signore (cfr 1 Cor 12,3b), cominciano ad attrarre gli altri, costruendo così una comunità di credenti e continuando la missione di Gesù Cristo. Lo Spirito Santo è il dono del Risorto mandato dal Padre (cfr J20,23).
LA MIA PENTECOSTE
Ciò che è accaduto nella vita degli apostoli può accadere nei nostri cuori. Un pezzo di legno bagnato può simboleggiare un uomo che viene battezzato, all’inizio duro, resistente, corrotto da peccato e debolezza, battezzato, “messo” nel fuoco, sottoposto all’azione dello Spirito Santo, diventa non solo una creatura nuova, edificata in Cristo, ma cooperando con la Grazia e sviluppando il dono della fede, subisce questo processo di purificazione. Abbiamo visto il fuoco rimuovere le impurità da un pezzo di legno bagnato, causando una sorta di “crepitio”, il fuoco dello Spirito può togliere dai nostri cuori ciò che non è Dio, contaminazione causata dal peccato personale o dal peccato degli altri. La sporcizia della nostra vita, che spesso causa dolore e sofferenza interiore. Perché quel “crepitio”? Perché è spesso un processo doloroso che può causare ansia. Dobbiamo ricordare, tuttavia, che lo Spirito Santo, se distrugge qualcosa, è solo per costruirlo in seguito, costruisce una realtà interiore più duratura e migliore di questa nostra vita quotidiana. Quando un vulcano erutta, la combustione della lava assorbe tutto ciò che incontra sul suo percorso, distrugge ma poi quell’area diventa molto fertile. Quando il fuoco dello Spirito inizia a consumare i nostri cuori, può ferire e ci sarà questo “crepitio”, ci farà male, ma poi l’area del cuore sarà più fertile e più preparata a portare nuovi frutti. Ci sarà anche spazio per nuovi doni e carismi che lo Spirito Consolatore dona per la crescita della comunità a cui apparteniamo. Questa verità, e l’intero processo, fu perfettamente compreso da Sant’Ildegarda di Bingen, una mistica medievale tedesca che è stata recentemente dichiarata Dottore della Chiesa., nel suo inno allo Spirito Santo, canta ciò che lo Spirito Santo può fare all’uomo quando si sottomette alla Sua azione e si lascia bruciare nel fuoco del Suo amore.
O fuoco dello Spirito Paraclito, vita della vita di ogni creatura, tu sei santo e vivificando plasmi. Santo sei nel bisogno medicando le piaghe, santo sei nel detergere ferite purulente. O soffio di santità, o fuoco di carità, o dolce sapore nei seni e immersione dei cuori nel profumo delle virtù. O fonte purissima dove meditare Perché Dio raduno gli erranti e cerchi gli smarriti. O corazza di vita E speranza unificante l’insieme di tutte le membra, o cintura di virtù, salva chi è beato. Proteggi coloro che sono prigionieri del nemico, libera quelli incatenati che la divina potenza vuole siano salvi. O strada infallibile che penetrò in ogni dove, nel cielo, nella terra e in tutti gli abissi, tu tutti raduni e congiungi. Per tuo volere le nubi scorrono, l’aere vola, le rocce trasudano umore, le acque generano ruscelli e la terra produce germogli. Tu anche sempre istruisci i saggi, resi felici per l’infusione della sapienza. Perciò sia lode a te, che sei inno di lode, gioia della vita, speranza e altissimo onore, elargitore dei doni di luce.[1]
[1] Traduzione: M. Kowalewska “God – Cosmos – Man in the work of St. Hildegard of Bingen”, Lublino 2007, p. 89-90.