Domenica dell’Ascensione del Signore P. Bartolomeo Kups
16 maggio 2021
Evangelizzare tutto il cosmo
Questa domenica contempliamo la Solennità dell’Ascensione, il ritorno di Gesù al Padre sotto lo sguardo attento degli Apostoli, i primi testimoni di quell’evento meraviglioso che poi hanno trasmesso anche a noi che ascoltiamo la Parola.
Nel vangelo di oggi abbiamo sentito quella frase bellissima “andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15-20). Come faccio spesso sono andato a leggere il testo originale e mi sono accorto che Marco scrivendo questa frase usa il termine “cosmos”, quindi dice “andate in tutto il cosmo”, cioè in tutto il creato, proclamate il Vangelo a tutte le creature; come hanno fatto san Francesco con gli uccelli oppure sant’Antonio con i pesci, è un invito di Gesù ad essere suoi collaboratori.
Leggendo bene il Vangelo di oggi si legge anche un’altra parola, che fa male ascoltare: “Gesù apparve agli undici”, ma Lui ne aveva chiamati dodici, ora sono undici, perché uno di loro, Giuda, lo ha tradito, non è riuscito a seguirlo fino alla fine, si è tolto la vita. Questa parola è drammatica non solo per Giuda, ma anche per gli altri apostoli, che non sono riusciti ad aiutare il loro fratello, a salvarlo, probabilmente sono rimasti con questo senso di colpa.
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo”, questa frase è rivolta anche a tutti noi che siamo stati battezzati. Noi abbiamo il dovere di guardare le persone che ci circondano, cominciando dalla propria famiglia, dagli amici, ma anche guardando alla nostra comunità. A volte anche nella nostra parrocchia capita che qualcuno si allontana e il mio cuore soffre per questo e mi chiedo se avrei potuto fare qualcosa di più per questa persona che ha deciso di lasciare, forse non ho trovato le parole giuste per farla innamorare di Gesù.
Ma fortunatamente c’è anche una buona notizia. Gesù manda gli apostoli, nella loro piccolezza, nonostante le loro debolezze ad evangelizzare. Così anche noi siamo invitati a collaborare nonostante i nostri peccati, le nostre infedeltà. Qualche volta sento qualcuno dire di non saper parlare agli altri di Gesù e io rispondo “incomincia a parlare con gli animali, come hanno fatto san Francesco e sant’Antonio”.
San Paolo nella seconda lettura di oggi ci dice “io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.” (Ef 4, 1-13) Questi sono gli strumenti che dobbiamo usare: umiltà, dolcezza, magnanimità, solo così che riusciremo a portare Gesù nel cuore degli altri: quando saremo umili, dolci, magnanimi, con il cuore pronto ad accogliere l’altro. Questo non significa accettare il peccato, ma dobbiamo trovare il modo di far capire alla persona che sta sbagliando, che la direzione che ha preso non è quella giusta. Solo con l’aiuto di Gesù però possiamo fare tutto questo, è Lui che ci deve guidare. La mia preghiera stasera è per tutti noi affinché il Signore possa colmare quello che in noi è insufficiente, così da diventare forti in Lui ed essere in grado di aprire i cuori delle persone che ci circondano, ad evangelizzare tutto il cosmo, ossia quelle persone che ancora non hanno conosciuto veramente Gesù nella sua bellezza e finalmente entrare in una relazione stretta, intima con Gesù.