5a domenica di Quaresima B P. Bartlomiej KUPŚ
21 marzo 2021
Quaerere Deum (cercare Dio)
Non so se posso definirmi fortunato, ma, lungo il cammino della mia vita, il Signore Dio mette spesso molte persone meravigliose e sono loro che mi permettono di capire chi sono veramente, e in quale direzione è necessario andare per realizzare i miei sogni e cedere liberamente alla volontà di Dio. Particolarmente importanti per me sono le parole di un sacerdote che spesso diceva: “chiaramente devi credere, ma osa anche pensare. Il Signore Dio vuole che usiamo la ragione”. Sono sempre stato curioso del mondo e della vita, è meraviglioso esplorare i misteri della natura, ammirare la bellezza della creazione e dei diversi luoghi della terra. È meraviglioso incontrare nuove persone, anche di altre culture, e cercare di capire perché vivono in modo diverso, in cosa credono, ecc. Ecco perché capisco i Greci nel Vangelo di oggi che volevano vedere Gesù, avevano sentito parlare di qualcuno di speciale e decisero di vedere di persona l’unicità del Maestro di Nazaret. Come al solito, ho preso il testo originale scritto in greco, San Giovanni quando scrive “volevano vedere Gesù”, non usa la parola βλέπω (vlepo) – vedere, ma mette la parola δραω (drao) che significa si vedere, ma anche credere in Lui.
Il popolo greco, impregnato dal pensiero filosofico di quel tempo, era radicato nella propria cultura greca, era curioso del mondo e desiderava confrontare il pensiero con la ragione. Lo ha ricordato Benedetto XVI, rivolgendosi a Parigi al Collège des Bernardins. “Quarere Deum – Cercare Dio e lasciare che ci trovi è necessario oggi come in passato. Una cultura puramente positivista, per la quale la questione di Dio apparterrebbe solo al campo del soggettivismo, in quanto antiscientifica, sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue più alte possibilità, e quindi un fallimento dell’umanesimo, e avrebbe gravi conseguenze. Ciò che era alla base della cultura europea, la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarlo, rimane oggi il fondamento di ogni vera cultura.”[1]
Che tipo di Dio hanno trovato i greci? Un Dio, che dice di se stesso che è giunta la sua ora per essere glorificato, un Dio che vuole morire come un seme e poi portare molto frutto. Un Dio, che è disposto a perdere la sua vita in modo che altri possano averla in abbondanza (cfr Gv 12,23-25). I Greci furono certamente sorpresi dalla visione di un tale Dio. E se avessero ascoltato il passaggio della Lettera agli Ebrei che abbiamo appena ascoltato: ” Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Ebr 5,7-9), sarebbero scioccati. Probabilmente non avevano mai sentito parlare di un Dio simile, di un Dio che voleva essere così vicino all’uomo da condividere il suo destino, ciò che è buono e ciò che è difficile. Dio d’amore e di misericordia. Un Dio che vuole solo che l’uomo lo lasci vivere nel suo cuore, ed è proprio questo desiderio di Cristo che adempie la profezia che abbiamo ascoltato nella prima lettura di oggi: “Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo.” (Ger 31, 33). Tali rivelazioni e la conoscenza di un tale Dio, fecero sì da aumentare non solo la curiosità umana ordinaria del popolo greco, ma stimolarono anche la loro mente verso una cultura diversa da quella in cui erano cresciuti.
E tu, stai cercando Dio? Non aver paura di approfittare di ciò che la cultura ti dà, non farti ingannare, usa la ragione. Ne abbiamo abbastanza nella comunità della Chiesa, delle devianze fanatiche. Giovanni Paolo II, nella sua enciclica “Fides et Ratio”, scrisse che la fede e la ragione sono come due ali con cui lo spirito umano si eleva alla contemplazione della verità. Dio stesso ha instillato nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità, il cui fine ultimo è conoscere il vero Dio, affinché, conoscendolo e amandolo, l’uomo possa anche raggiungere la piena verità su se stesso. (cfr. Es 33,18; Ps 27 [26] 8 – 9; 63 [62], 2 – 3; Jd 14, 8; 1 J 3,3). [2] Cerchiamo Dio, arricchendoci anche di ciò che è buono e viene dalla cultura. Parliamo volentieri, impegniamoci nel dialogo. Non abbiamo paura di incontrare l’altro, anche con opinioni diverse. Allora il desiderio del profeta Isaia si realizzerà: ” E non dovranno istruirsi a vicenda, dicendo gli uni agli altri: Conosci il Signore! Perché tutti loro mi conosceranno dal più piccolo al più grande, dice il Signore, perché io li perdonerò, e non ricorderò più i loro peccati” (Is 31,34). Buona Domenica!
[1] http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/pl/speeches/2008/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20080912_parigi-cultura.html .
[2] http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/pl/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_14091998_fides-et-ratio.html